Crisi di solitudine tra gli anziani e disabili con conseguenze gravi sulla salute e la qualità della vita.
- Dometec
- 26 mar
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Il tema sarà al centro del 25° Congresso dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, con oltre 600 specialisti a Padova dal 27 al 29 marzo 2025.
La solitudine delgi anziani e disabili è un fenomeno che comporta gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica. La solitudine è spesso preludio della depressione, che aumenta il rischio di altre patologie e di suicidi.
Il tasso di solitudine è il doppio rispetto alla media dei Paesi europei: coloro che non hanno nessuno a cui chiedere aiuto sono il 14%, mentre chi non ha nessuno a cui raccontare cose personali il 12%, a fronte di una media europea del 6,1% (dati Eurostat).
Non si tratta di un problema solo sociale, ma anche clinico, essendo associata ad un aumento del rischio di depressione, disturbi del sonno, demenza e malattie cardiovascolari.

La solitudine aumenta i rischi di demenza e mortalità
“La solitudine è un’epidemia sociale che aumenta il rischio di demenza del 50% e la premortalità del 30%; il suo impatto è paragonabile al tabagismo cronico e all’obesità. Alcuni Paesi si sono dotati di strumenti come Linee Guida o raccomandazioni per affrontare questa realtà. In Italia non vi è ancora un approccio definito, nonostante sia il Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone”, afferma il prof. Diego De Leo, Presidente AIP .
“Diversi elementi concorrono a peggiorare la situazione: lo spopolamento dei centri storici, la chiusura dei negozi di prossimità, il proliferare delle truffe agli anziani, la discriminazione nota come ageismo. Questi elementi innescano un processo di svilimento che porta alla depressione e spesso al suicidio: i suicidi degli anziani sono infatti il 37% di quelli totali, sebbene gli anziani rappresentino il 24% della popolazione generale. Questo fenomeno riguarda soprattutto gli uomini, le città e le persone con più di 80 anni”
“ Circa il 20% dei bambini e il 6% degli adulti hanno incubi frequenti – spiega il prof. Diego De Leo – Gli incubi persistenti che interferiscono con la vita quotidiana possono essere diagnosticati come disturbo da incubi, una condizione di salute mentale in cui incubi frequenti e gravi possono rendere difficile affrontare la giornata. La frequenza degli incubi aumenta con l’età: la prevalenza è di oltre tre volte superiore tra coloro che hanno più di 70 anni (6,3%) rispetto agli adulti tra i 50 e i 70 anni (1,8%).”
Il 25° Congresso AIP rappresenta un'importante occasione per riflettere sui problemi di solitudine tra gli anziani e disabili, per condividere idee e soluzioni pratiche. Affrontare la solitudine non è solo una questione di salute mentale, ma un imperativo sociale che richiede l'impegno di tutti. Con l'aumento della popolazione anziana, è fondamentale continuare a lavorare per garantire che ogni individuo possa vivere con dignità, supportato da una rete sociale solida e inclusiva.
Si affronteranno tutti gli aspetti relativi alla salute psicofisica dell’anziano: la demenza, la depressione, la psicosi, i disturbi d’ansia e del sonno, i problemi di memoria, la fragilità fisica e mentale, nonché la fragilità psicosociale, la solitudine e il malessere.
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